Se io potrò impedire ad un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano - Se allevierò il dolore di una vita o allevierò una pena - O aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido Non avrò vissuto invano.

Conosco vite della cui mancanza non soffrirei affatto - di altre invece ogni attimo di assenza mi sembrerebbe eterno. Sono scarse di numero - queste ultime - appena due in tutto - le prime molto di piu' di un orizzonte di moscerini.

Mi incanta il mormorio di un'ape - qualcuno mi chiede perchè - piu' facile è morire che rispondere. Il rosso sopra il colle annulla la mia volontà - se qualcuno sogghigna stia attento - perchè Dio è qui - questo è tutto. La luce del mattino mi eleva di grado - se qualcuno mi chiede come - risponda l'artista che mi tratteggiò così.

Non avessi mai visto il sole avrei sopportato l'ombra ma la luce ha aggiunto al mio deserto una desolazione inaudita.

Portare la nostra parte di notte, la nostra parte di mattino. Di immensa gioia riempire il nostro spazio, il nostro spazio riempire di disprezzo. Qui una stella, là un'altra stella. Qualcuno smarrisce la via! Qui una nebbia, là un'altra nebbia. Poi, il giorno!

Tutti hanno diritto al mattino, alla notte solo alcuni. Alla luce dell'aurora pochi eccelsi privilegiati.

Se avessimo le ali per fuggire la memoria molti volerebbero. Abituati a esseri più lenti gli uccelli con sgomento scruterebbero la folla di persone in fuga dalla mente dell'uomo.

Non stimare lontano quello che si può avere anche se in mezzo si stende il tramonto - né stimare vicino ciò che standoti a fianco è più lontano del sole.

SENSIBILITA' La natura talvolta fa seccare un arbusto, talvolta scalpa un albero- il suo popolo verde lo ricorda nel caso in cui non muoia. Foglie stremate alle nuove stagioni testimonioano mute - e noi che abbiamo un'anima moriamo più sovente, e non così vitalmente.

Se le mie pene future in una volta venissero ad affliggermi quest'oggi, sono così felice che- son certa- si allontanerebbero riderndo. Se le mie gioie future in una volta venissero ad invadermi quest'oggi, non potrebbero essere così grandi come questa che mi possiede adesso.

Se tu dovessi venire in autunno mi leverei di torno l'estate con un gesto stizzito ed un sorrisetto, come fa la massaia con la mosca. Se entro un anno potessi rivederti, avvolgerei in gomitoli i mesi, per poi metterli in cassetti separati - per paura che i numeri si mescolino. Se mancassero ancora alcuni secoli, li conterei ad uno ad uno sulla mano - sottraendo, finchè non mi cadessero le dita nella terra della Tasmania. Se fossi certa che, finita questa vita, io e te vivremo ancora - come una buccia la butterei lontano - e accetterei l'eternità all'istante. Ma ora, incerta della dimensione di questa che sta in mezzo, la soffro come l'ape-spiritello che non preannuncia quando pungerà. (dedicata a F.)

Muore la parola appena è pronunciata: così qualcuno dice. Io invece dico che comincia a vivere proprio in quel momento.

Il paradiso non è più lontano della camera accanto - se in quella camera un amico attende felicità o rovina. Che forza c'è nell'anima che riesce a sopportare l'accento di un passo che si appressa - una porta che si apre.

Come fare per dimenticare! Ma potrebbe insegnarlo? Si dice sia tra le arti la più facile quando si impara il metodo. Cuori duri son morti nell'acquisirla, eppure il sacrificio per la scienza adesso è piuttosto comune. Sono andata anche a scuola ma non ne son uscita più informata - il mappamondo non lo puo' insegnare e non serve a niente il logaritmo. "Come dimenticare"! Venga qualche filosofo a spiegarmelo! Ah, essere eruditi quanto basta asaperlo! C'è scritto in qualche libro? In questo caso io potrei comprarlo - E' simile a un pianeta? I telescopi potrebbero scoprirlo - Se invece è un'invenzione deve avere un brevetto. E tu, dimmi, lo sai, rabbi del libro saggio?

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