Alla ricerca del Sacro Graal: storia, leggenda, fantasia, tra le rovine della fortezza di Montségur.

di Graziano Badolato

 

Era una giornata luminosa, Monsieur Gilbert stanco, dopo un lungo viaggio   non ri­usciva a riposare nella camera d'albergo di Perpignan, un solo pensiero nella testa: la fortezza di Montségur.

Dopo tanto tempo, finalmente ritorna in quella valle ai piedi dei Pirenei, luogo d'an­tichi splendori dove un piccolo gruppo di Catari, custodi di un segreto inestimabile mai ritrovato, il Sacro Graal, furono sterminati nel 1244 per mano dei Francesi.

Innumerevoli le storie dietro questo nome pieno di fascino e mistero, ma Monsieur Gilbert ha deciso: dopo tanti anni di studi è arrivato il momento, il luogo della sua ri­cerca sarà Montségur, il castello, i sotterranei, le grotte.

Monsieur Gilbert ricorda…

La   leggenda del Sacro Graal   ha inizio    nell'anno    63 d.C.      quando Giu­seppe d’Arimatea, discepolo di Gesù, lasciò la Terra Santa per una missione segreta; dopo un lungo e pericoloso viaggio raggiunse attraverso uno stretto estuario ad est dell'Inghilterra la sua destinazione, Glastonbury Tor, l'isola di Vetro, con sé aveva portato un prezioso tesoro: una coppa contenente il sangue di Gesù Cristo, il Santo Graal.

Per alcuni secoli la coppa restò in Inghilterra, coloro che la custodirono erano protetti dalla magica coppa, placava la loro sete, saziava i loro appetiti, guariva le loro ferite mortali.

Durante il regno del leggendario re Artù, il Sacro Graal veniva custodito in una grande fortezza da un valoroso cavaliere, egli venne meno al suo Sacro dovere per amore di una donna, e un giorno, durante un duello venne ferito gravemente.

Tutto intorno alla fortezza che ospitava il Sacro Graal, la terra si fece arida e deserta, il cavaliere ferito a morte, e tuttavia incapace di morire, vedeva spegnersi poco a poco il suo potere, solo pescando era in grado di dimenticare la sua condizione, da quel momento lo chiamarono Re pescatore, così quella che doveva essere la benedizione del Santo Graal, divenne una maledizione; la leggenda narrava di un cavaliere innocente, Parsifal che un giorno avrebbe posto al Re pescatore una precisa domanda, e la terra sarebbe rifiorita.

Un raggio di sole attraversando le nuvole colpisce il viso di Monsieur Gilbert che, distolto dai suoi pensieri inizia ad osservare il paesaggio circostante; è l'alba del 21 giugno, solstizio d'estate, il giorno più lungo dell'anno, la notte più corta…

La meta è vicina, Monsieur Gilbert nel riconoscere i luoghi dove i Catari s’insediarono e vissero sino alla loro scomparsa, avverte un brivido di freddo che attraversa tutto il suo corpo, una grande emozione l’assale nel rivivere in pochi attimi l'odissea di questo popolo.

La storia ci racconta dei Catari, membri di una setta che aveva ereditato le proprie dottrine dal culto di Zoroastro e dai Manichei, nati in Medio Oriente, si trasferirono in Europa attraverso la Turchia e i Balcani, insediandosi in Francia nella regione della Languedoc nel 1100.

Essi avrebbero potuto portare con sé il Sacro Graal durante le loro peregrinazioni, e potrebbe trovarsi nascosto nei sotterranei del castello di Montségur, per alcuni secoli molti si spinsero alla fortezza, con l'intento di scoprire il luogo dove era custodito il Sacro Calice, senza nessun risultato.

Tra il 1002 e il 1271 i seguaci della religione Catara sono accusati d’eresia, processati e sterminati nella Francia meridionale, a milioni muoiono in Languedoc; la loro lingua (il provenzale) e la loro civiltà sono cancellate.

In quel periodo compaiono in rapida successione i principali testi del Sacro Graal, i più importanti manoscritti vengono dal Galles, l'Inghilterra, la Francia, la Spagna e la Germania, gli scrittori parlano della possibilità che il Sacro Calice si trovi in Europa, senza per altro rivelare informazioni precise sul luogo esatto dove si trovi.

 

Durante la Seconda Guerra Mondiale si torna a parlare del Santo Graal, Otto Rhan, un ufficiale delle SS, e il filosofo Alfred Rosemberg, amico di Hitler, intrapresero scavi archeologici a Montségur e in altre fortezze catare, alla ricerca del Sacro Calice.

Dopo aver scritto un libro sul Santo Graal, Otto Rhan scomparve misteriosamente, secondo alcuni fu rinchiuso in un campo di concentramento perché "sapeva troppo".

La fortezza di Montségur, eccola, imponente che domina la valle, poggiata sulla roccia, illuminata dal sole, le pareti bianche, erose dal tempo, la sua forma triangolare dove al vertice una volta si ergeva la torre ormai crollata…

Monsieur Gilbet estasiato da questo spettacolo, nuovamente sente un'emozione che lo assale, il cuore accelera i battiti, la temperatura del suo corpo aumenta, anche l'adrenalina sale, è arrivato il momento tanto atteso, di fronte a lui la fortezza, la storia, la leggenda, il mistero.

Un uomo decide di dedicare tutta la sua vita ad una ricerca così difficile e d'improbabile riuscita, seguendo un percorso che parte dal Medio Oriente per raggiungere l'Europa, lungo un arco di diciannove secoli che coprono la nostra storia: antica, medievale, moderna e contemporanea.

Questa esigenza, alimentata dal bisogno di sapere, conoscere, capire; spinge l'uomo ad accettare sfide sempre più difficili, passando attraverso successi e fallimenti, egli realizzano i grandi obiettivi.

L'esperienza acquisita nel tempo è punta di riferimento importante d'ogni uomo, è il suo "tesoro", un bagaglio di conoscenza che, trasmesso alle generazioni future permetterà loro di orientarsi verso nuove mete sempre più distanti.

Dare una risposta alle domande della vita coinvolge tutti gli uomini, ognuno ha il suo Santo Graal, diverso per forma, natura e significato, quello che conta non è trovarlo, ma la sua continua ricerca, è il viaggio attraverso la vita stessa.

Un grazie speciale a te Graziano.. per questo racconto..
e soprattutto per la fiducia e pazienza che mi hai dimostrato attendendo questa pagina.
Grazie di cuore.. il tuo è un dono a me ma a tutti coloro che leggeranno.
Grazie, Aurorablu

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